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La principessa Sissi

Pubblicato da Gianni su 20 Agosto 2012, 21:04pm


Se danno in tv la principessa Sissi, mia moglie si incatena al divano per rivederlo per la 101^ volta manco fosse la finale del mondiale di calcio. E nessuno deve darle fastidio perché altrimenti si trasforma subito in una belva feroce. Una metamorfosi che non la riconosci.
Ha una vocina talmente eterea e delicata che, per sentirla meglio, ho deciso di regalarmi un amplifon per il mio prossimo compleanno.
Eppure, se la chiami mentre la principessa sta baciando il principe azzurro, lei (mia moglie) ti zittisce tirando fuori un vocione così possente che sembra quello del diavolo nel film “l’esorcista” quando il prete dice “esci da quel corpo” e lei (il diavolo) lo riempie di parolacce con la voce da diavolo.
Dicevo la principessa Sissi. Mia moglie conosce a memoria i dialoghi, le scene, i personaggi etc.
Allora io mi chiedo se è normale che una persona possa essere ritenuta “normale” se rivede tremila volte lo stesso film.
E che film! Un vero e proprio polpettone con patate tipo “via col vento”!
Deve, evidentemente, provare un piacere così raffinato e potente da corrispondere, così ad occhio, allo stesso piacere che prova un maschietto eccitato inseguito da una ventina di Belen nude e più eccitate di lui che lo vogliono violentare.
Ed allora, per tentare di capirci di più, sono andato su gogol (come dice Silvio) e mi sono letto la storia della principessa Sissi non avendone mai visto il film e non sapendone praticamente nulla, ovviamente!
Ebbene … è stato piacevole scoprire che, dietro all’apparente storia strappalacrime da fotoromanzo rosa, si cela la storia di una donna sensibile, intelligente e lontana dagli stereotipi!
Segnata da una serie di disgrazie familiari soffrì molto per il formalismo regale e la mancanza di privacy di una principessa.
Ma, soprattutto, Sissi era una donna delusa dalla vita.
Delusa per aver scoperto molto presto quanto fossero effimere illusioni e certezze, quanto fosse precario l’equilibrio su cui si appoggia l’esistenza.
Eppure soldi, agi e ricchezze non le mancavano.
Amò le cose estreme, le cose che si discostavano dal destino comune, che erano ai margini della vita stessa. “La follia è più vera della vita”, diceva. Ed infatti, udite udite, se ne andava a visitare i manicomi ed amava “i buffoni di Shakespeare” in cui giullari e clown, con la scusa di far ridere, infrangevano le regole della lucidità e del buon senso per evidenziare le follie dell’animo umano nascoste in ogni aspetto della vita quotidiana.
Sissi viveva in pieno il senso della “tragedia greca” ovvero l’eterno ed irrisolto conflitto dell’uomo, l’essere più smisurato ed incredibile dell’universo, l’unico con la potenzialità di diventare sia angelo che diavolo, sia eroe che bestia.
Si diventa grandi quando si prende consapevolezza della propria miseria.
Ho scoperto insomma la storia di un personaggio che, pur potendo disporre di ogni distrazione, amava la solitudine e tentava di sfuggire gli esseri umani oltre che fuggire, appena possibile, dai suoi doveri formali.
Un raro esempio di diserzione dai luoghi comuni, dalla morale, dall’etichetta di una vita già scritta e voluta da altri.
Un esempio che secondo me induce a riflettere.
Su come sia lecito, ad esempio, disertare appena possibile dalle schiavitù della vita, dal lavoro, dal capo ufficio, dai soldi a tutti i costi, la vacanza a ferragosto, i vestiti firmati, il suv da 60.000 euro, l’erba del vicino che è sempre più verde, la signora di fronte con due tette così, tutti al mare a mostrar le chiappe chiare, lavorare di più e guadagnare meno, lo spread, Monti in vacanza in Svizzera che dice che ce la faremo, Ruby nipote di Mubarak, la Cancellieri, la Fornero, la Merkel, la Prestigiacomo, Daniela Santanchè, la Polverini, la Carfagna, la Mussolini, la Moratti, Nilde Iotti, Susanna Camusso, Susanna Agnelli, Susanna  tutta panna. …
Chissà se a mia moglie interesseranno tutte queste cose.
Magari dopo, quando finisce il film, gliele vado a dire.




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